Il tordo bottaccio
Principali caratteristiche
Il tordo bottaccio (classificato anticamente come Turdus philomelos Brehm) è un vertebrato a sangue caldo appartenente alla famiglia dei turdidi, con gli arti superiori trasformati in ali e il corpo ricoperto quasi completamente da piume.
Quest’ultime hanno le funzioni principali di regolare la temperatura corporea e di farlo volare.
Il becco si è evoluto in maniera tale da catturare piccole prede vive e ingoiarle in un sol colpo.
Oltre a queste si nutre anche di olive, bacche e altri frutti in base alla stagione.
Il colore del piumaggio ha ben 2 particolarità:
- rendersi invisibile all’occhio dei predatori e
- essere ben visibile all’occhio delle femmine durante i corteggiamenti.
Il tordo bottaccio si presenta di dimensioni medio-piccole con una lunghezza tra i 22 e i 25 centimetri, con un peso che oscilla tra i 63 e i 72 grammi.
Le parti superiori del suo corpo sono di color bruno più o meno olivastro, mentre le zone inferiori sono decisamente più chiare (gola e addome).
I fianchi sono olivastri a macchie scure e il resto del corpo è giallastro e picchiettato da piccole macchie a forma lanceolata di color bruno scuro.
Il becco è bruno scuro, l’occhio è bruno e le zampette sono carnicine.
I 2 sessi sono difficilmente distinguibili a occhio nudo, l’unica soluzione affidabile è aspettare il momento degli amori e verificare che il presunto maschio canti.
Non è un animale sociale, difatti se capita su una pastura dove si trovano altri 2 o 3 tordi, quando si spostano partono uno alla volta prendendo direzioni differenti.
Il volo di questo volatile è veloce, non ad alte quote e piuttosto rettilineo, con intervalli ad ali chiuse in caduta libera.
Habitat e riproduzione
Il tordo bottaccio preferisce stabilirsi in boschi ad alto fusto, caducifogli o di conifere, basta che siano umidi, freschi e con un terreno prevalentemente composto da humus, questo perché favorisce lo sviluppo delle principali prede di questo uccello.
La riproduzione di questo volatile ha luogo principalmente nel Nord Europa (Svezia, Finlandia, Paesi Baltici, Norvegia, Russia, Danimarca, Polonia e Olanda), e anche nella zona Mittleuropea (Germania, Austria, Slovacchia, Ungheria e Repubblica Ceca).
Anche in certe zone dell’Italia il tordo bottaccio si può riprodurre, preferisce genericamente le zone boscose collinari e montane fino ai 2000 metri.
Nidifica principalmente in rami che sporgono vicino al tronco di conifere o faggi.
Dopo pochi giorni dalla conclusione della costruzione del nido, la femmina depone dalle 4 alle 5 uova, in casi eccezionali anche 6.
Le uova sono di color azzurrognolo picchiettate di nero sbiadito o bruno.
Dopo 15 giorni circa dalle uova sgusciano i piccoli tordi, che varranno nutriti con lombrichi, chiocciolette e larve.
7 giorni dopo dalla schiusa, i giovani uccelli cominciano già a svolacchiare per poi essere completamente autonomi.
Una coppia di tordi durante l’anno riesce a compiere 3 covate e in casi eccezionali pure 4.
Alimentazione
Il bottaccio oltre che a nutrirsi di piccoli invertebrati, durante il corso dell’anno si alimenta anche di frutti come fragole, lamponi, ciliegie, uva, bacche di ginepro, rose canine, olive ecc..
Altri turdidi…
Altri uccelli appartenenti alla famiglia dei turdidi sono:
- Il tordo sassello, che rispetto al bottaccio si presenta con una lunghezza massima di 22 centimetri, è caratteristico nell’avere un sottoala di color cannella e con la presenza di un sopracciglio color bianco. Anche nel canto è molto differente.
- Il merlo, si presenta con una lunghezza di 25 centimetri, mentre la femmina è leggermente più piccola. Il maschio ha un piumaggio di color completamente nero o marrone scuro con il becco e il contorno degli occhi di color arancione. La femmina invece ha una colorazione più chiara e tendente al bruno scuro.
- La cesena, ha le dimensioni fisiche simili a quelle del merlo, la colorazione del suo piumaggio è più variegata. Il maschio ha colorazioni sempre più accese rispetto la femmina e compare con il capo grigio, groppone grigio, dorso bruno rossastro, petto e fianchi giallo ocra striati di nero, ventre e sottoala bianchi, coda e ali nerastre.
- La tordela, assomiglia molto al tordo bottaccio tranne per i fatto che è più grande fisicamente e che il sottoala si esibisce di color bianco.
Le cause delle migrazioni
Le principali cause delle migrazioni sono provocate sostanzialmente da 2 motivi.
Il primo è per cambiare zona per sottrarsi dal duro freddo invernale e il secondo per la sicurezza dell’approvvigionamento di cibo.
I migratori abitudinari o biologici sono quegli uccelli che durante l’anno seguono un calendario con delle date precise per percorrere le rotte di migrazione da loro più utilizzate.
I migratori meteorici invece sono quei volatili che si muovono soltanto quando le condizioni climatiche glielo impongono.
Nel caso in cui l’inverno che stia per arrivare non sia così rigido, quest’ultimi invece di compiere una migrazione completa, si ostinano solo a spostarsi quel poco che gli basta per star bene e sopravvivere.
I migratori meteorici sono il tordo sassello e la cesena, in effetti non tutti gli anni abbiamo un flusso regolare di questi.
Invece il tordo bottaccio e il merlo sono migratori abitudinari, difatti ogni anno si osserva sempre la loro migrazione.
Le migrazioni avvengono principalmente attraverso:
- Direzioni primarie, che è il tragitto teorico che compie l’uccello dal punto di partenza fino al punto di arrivo. Viene rappresentato sulle carte geografiche da una retta che assume una direzione da Nord-Est a Sud-Ovest.
- Linea di passo, si tratta del tragitto reale che deve percorrere il volatile per arrivare a destinazione, e quindi comprende anche tutti gli ostacoli in cui incombe (come le catene montuose, venti sfavorevoli, specchi d’acqua ecc.). La linea di passo non è comunque un canale aereo prefissato, ma un flusso di vene di migrazione.
- Vene di migrazione, che in base alla superfice del territorio possono essere più o meno frequentate dagli uccelli. In effetti il cacciatore deve saper individuare dove le vene di migrazione sono più intense per poter incombere sugli stormi durante il loro passaggio. Questi punti vengono chiamati passo, se si trovano in presenza di una valle ristretta in vista del crinale, o affilo che fa più di riferimento a una costa di monte toccata dai migratori.
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